Il parquet è una scelta elegante, raffinata e indiscutibilmente duratura. La pavimentazione in parquet dona alla dimora un senso ineguagliabile di calore e accoglienza, trasformando l’abitazione in una vera e propria casa. Il parquet, infatti, riesce a tramutare ogni stanza in un ambiente rilassante e confortevole, tanto che, anche nel 2021, si è confermato il protagonista indiscusso delle pavimentazioni in legno (qui puoi trovare qualche tendenza di quest’anno).
Insieme ai suoi innumerevoli pregi, è onesto sottolineare come il parquet sia un materiale delicato che richiede la giusta attenzione e cura.
Se state valutando la migliore pavimentazione per la vostra casa, questo articolo vi guiderà nella comprensione delle peculiarità del parquet e del gres porcellanato in modo che possiate riuscire a prendere la scelta migliore per la vostra realtà. Se invece siete dei fedelissimi del parquet, oggi vogliamo soffermarci su un tasto dolente: l’ossidazione del parquet.
Ossidazione del parquet: cos’è?
L’ossidazione è un processo chimico che avviene quando un elemento subisce una sottrazione di elettroni aumentando così il suo numero di ossidazione. Nonostante sembri un’ evoluzione molto complessa, l’ossidazione avviene attraverso diversi processi, tra i più comuni ci sono la combustione, la corrosione e la respirazione.
L’ossidazione del parquet è quindi un processo naturale che avviene con il passare del tempo e crea un cambiamento nella colorazione e nella pavimentazione in legno.
Nelle abitazioni, le cause principali dell’ossidazione del parquet sono la luce e l’aria.
Essendo il parquet composto dal legno – che è materia viva! – esso è incline a mutamenti che avvengono con maggior intensità nei primi momenti di esposizione all’aria e alla luce, per poi stabilizzarsi nel corso del tempo.
L’ossidazione del parquet: come vederla?
Il modo più semplice per notare il processo di ossidazione del parquet è modificare la posizione dei mobili o, più semplicemente, quella dei tappeti. Tutti gli oggetti che tengono coperto il parquet, infatti, lo tengono “al sicuro”, al riparo dall’aria e dalla luce. Spostando un tappeto, per esempio, si vedrà il colore originario del parquet, quello che non ha subito alcuna modifica nel corso del tempo.
L’ossidazione del parquet: le differenze a seconda dei tipi di legno.
In questo articolo vi avevamo parlato di come, quando si sceglie una pavimentazione in parquet, sia importante creare la giusta armonia tra gli spazi. Oltre alle forme delle lastre e alle direzioni di posa, un elemento fondamentale è la tipologia del legno e, quindi, il suo colore. Ogni tipo di legno, infatti, ha determinate caratteristiche che rispondono in modo diverso a urti, graffi e anche all’ossidazione del parquet:
- Il teak, per esempio, con il tempo tende a schiarirsi e a perdere sfumature e dettagli.
- Il noce, invece, con l’ossidazione del parquet acquista una tonalità più calda, quasi rossastra.
- Il rovere, al contrario, subisce un processo di ossidazione meno forte, mantenendo più a lungo il colore originario.
Come prevenire l’ossidazione del parquet.
Il fatto che l’ossidazione del parquet sia un processo naturale, non significa certo che non esistano dei rimedi. Ci sono infatti numerosi accorgimenti che permettono alla pavimentazione in parquet di resistere a lungo senza subire modifiche. Vediamone alcune:
- Evita la luce del sole diretta, prediligi finestre con tende persiane o tapparelle che mettano un filtro tra il parquet e il sole.
- Sposta frequentemente gli oggetti che coprono il parquet, soprattutto quelli più semplici da sollevare e da riposizionare (tappeti, poltrone e tavoli).
- Fidati di chi si occupa di pavimentazioni in parquet da anni e lasciati consigliare i giusti trattamenti che attenuano l’effetto dell’ossidazione del parquet.
Insomma, l’ossidazione del parquet è un fenomeno reale, ma basta conoscere a fondo il parquet e i suoi segreti per mantenere nel tempo una pavimentazione affascinante, di una bellezza intramontabile.